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Il Sole 24 Ore

28/09/2024

Il Sole 24 Ore

Dossier titoli. Le troppe trappole per i passaggi di mano agli eredi

Dai dubbi sulla divisibilità ai rischi di liquidare in anticipo

Spesso capita agli eredi di dover gestire le difficoltà legate al passaggio di mano di un dossier titoli. Si tratta di situazioni non sempre facili da gestire. Uno dei primi ostacoli può essere rappresentato dalla comunione ereditaria. Come spiega l’avvocato Antonio Pinto: «Fino a quando non si è conclusa la divisione ereditaria, tutti i beni dell’asse ereditario, inclusi i titoli finanziari, rimangono in comunione tra tutti gli eredi. Ciò significa che nessun erede può disporre autonomamente della sua parte senza il consenso degli altri co-eredi. Per ottenere la liquidazione o il trasferimento della propria parte dei titoli, è necessario che tutti gli eredi siano d’accordo». Per spiegare quanto questa situazione possa essere problematica, basta ricordare che sul tema c’è un’ampia giurisprudenza, che - come di consuetudine - si è divisa in due diversi orientamenti. Ricorda Pinto: «Da un lato, si afferma che i crediti del de cuius dovrebbero seguire lo stesso destino dei debiti, dividendosi automaticamente tra i co-eredi in ragione delle rispettive quote, e di conseguenza ogni co-erede può richiedere autonomamente la sua parte del dossier titoli. Secondo un diverso e prevalente indirizzo, invece, i crediti del de cuius, a differenza dei debiti, non si dividerebbero automaticamente, ma entrerebbero a far parte della comunione ereditaria».

Il disaccordo tra gli eredi non è l’unica difficoltà, anche se può essere una delle più “noiose”. Infatti non tutti i prodotti finanziari detenuti nel dossier titoli del defunto possono essere liquidati facilmente o suddivisi tra gli eredi in base alle quote. Alcuni prodotti possono presentare specifiche difficoltà: «Ci sono - aggiunge Pinto - strumenti finanziari non facilmente liquidabili: titoli come obbligazioni con scadenze lontane, titoli illiquidi o fondi di investimento non quotati possono essere difficili da liquidare o trasferire. Inoltre alcuni fondi di investimento non possono esser trasferiti presso banche che non hanno in gestione quei Fondi medesimi e quindi o si vendono o si deve rimanere clienti della banca del defunto per poter continuare a possederli».

Ci sono poi alcuni titoli o strumenti finanziari che non possono essere divisi in maniera precisa per essere trasferiti a più eredi in base alle quote ereditarie. In questi casi, si potrebbe dover liquidare l’intero strumento, con possibili perdite o difficoltà operative. Un caso citato da Pinto è quello in cui un defunto abbia lasciato in eredità un BTp del valore nominale di 10mila euro, ma ci siano tre eredi con diritto a una quota ereditaria del 33,3% ciascuno. «Il BTp è indivisibile, non può essere diviso fisicamente o contabilmente in quote da 3.333 euro per ogni erede. Per rispettare le quote ereditarie - spiega Pinto -, l’intero titolo potrebbe dover essere venduto sul mercato. Il problema è che la vendita potrebbe avvenire in un momento di volatilità dei prezzi o di variazione dei tassi di interesse, generando una perdita rispetto al valore nominale del titolo». Senza contare che ci sono strumenti con vincoli temporali (ad esempio, obbligazioni con scadenze future o fondi a lungo termine o polizze unit linked), la cui vendita anticipata potrebbe comportare delle penalità o perdite.

Un ulteriore filone di difficoltà è rappresentato dalle procedure e dalla burocrazia bancaria. «La richiesta di liquidazione di titoli detenuti nel dossier del defunto richiede la presentazione di diversi documenti. Se manca uno di questi documenti, la banca non può procedere. Tra i principali documenti richiesti: certificato di morte, atto di notorietà o certificato di eredità, dichiarazione di successione, consenso di tutti gli eredi o divisione formale dell’eredità. Se uno di questi documenti non è disponibile o non è ancora stato emesso (ad esempio, se la dichiarazione di successione non è stata completata), la banca non procede alla liquidazione».

In alcuni casi, gli eredi possono preferire non liquidare i titoli per evitare possibili perdite o costi eccessivi e optare per un trasferimento delle quote di titoli tra i vari eredi. «Gli eredi - spiega Pinto - possono scegliere di chiudere il dossier titoli del de cuius e liquidare i titoli in esso contenuti o di trasferire i titoli su un nuovo conto o su dossier intestati agli eredi. In tal caso è opportuno concordare con la banca la modalità di gestione e le eventuali commissioni relative all’operazione. Tuttavia, la banca potrebbe non essere in grado di trasferire alcuni strumenti finanziari per ragioni tecniche o normative, rendendo la liquidazione l’unica opzione possibile. Si pensi ad esempio a un fondo che non è in gestione presso la banca dell’erede, che dunque non potrà prenderlo in carico».

Infine, prima di poter procedere alla liquidazione o al trasferimento dei titoli, potrebbe essere necessario affrontare le questioni fiscali legate all’eredità, come il pagamento delle eventuali imposte di successione. La banca infatti potrebbe richiedere la prova del pagamento delle imposte prima di poter effettuare operazioni di liquidazione o trasferimento.

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Antonio Criscione



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