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Il Sole 24 Ore
22/06/2024Il Sole 24 Ore
Contesa Starlink-Tim, due gateway di Musk da schermare
La contesa tra Starlink e Tim, almeno per ora, si è chiusa. La Fondazione Ugo Bordoni, società in house del ministero delle Imprese e del made in Italy, ha ultimato l’analisi per dirimere la questione: rischi di interferenza tra gli impianti per le comunicazioni satellitari e quelli per il servizio telefonico esistono, anche se solo potenziali, e la società che fa capo a Elon Musk dovrà effettuare un piccolo intervento di schermatura degli impianti interessati.
Riassunto delle tappe precedenti. Starlink è l’unità di business satellitare di SpaceX di cui sfrutta i satelliti a bassa orbita. Da diversi mesi, ha esposto a rappresentanti di governo ai massimi livelli, fino alla presidenza del Consiglio, l’interesse ad espandere i suoi servizi commerciali per internet via satellite in Italia. Ad aprile l’affondo, con l’ accusa a Tim di condotta anticoncorrenziale e di violare le regole sulla condivisione dei dati dello spettro nella banda a 28 gigahertz.
Il ministero che fa capo a Adolfo Urso, sulla base di una delibera dell’Authority per le comunicazioni (la 426/Cons del 2021), ha avviato una mediazione illustrando alle parti un modello tecnico per l’analisi elaborato dalla Fondazione Ugo Bordoni, con richiesta di ricevere i dati tecnici necessari per lo studio delle frequenze entro il 24 aprile. La Fub, ricevuti i dati, ha ultimato il suo studio che ha fornito al ministero e quest’ultimo a fine maggio ha trasmesso gli esiti ai due contendenti.
Secondo autorevoli fonti istituzionali interpellate, si tratta di una risposta molto tecnica che invita di fatto a evitare ogni potenziale rischio di interferenza con l’implementazione di una rete di schermatura elettromagnetica lungo il perimetro del parco antenne per il gateway di Milano e per quello installato a Foggia (semplificando, i gateway sono le stazioni terrestri che dialogano con i satelliti in orbita). Un discorso diverso riguarderebbe il gateway di Marsala, per il quale l’intervento non risulterebbe necessario sebbene su questo sito, considerata la vicinanza con l’aeroporto di Trapani, ci sarebbero delle riflessioni in corso da parte del ministero della Difesa.
In sintesi, a fronte di limitati interventi tecnici sui gateway di Milano e Foggia, in teoria semplici reti metalliche da poche migliaia di euro, Starlink otterrà comunque i dati di condivisione richiesti e di fatto potrà procedere con il suo servizio ed espanderlo secondo i piani. Tim, dal canto suo, non avrebbe considerato del tutto chiusa la questione, in particolare in riferimento all’applicazione della delibera Agcom di cui avrebbe chiesto, all’Autorità e al ministero, un’interpretazione autentica. La delibera, va ricordato, regola le procedure di coordinamento facendo riferimento in modo piuttosto generico alla collaborazione «in buona fede» tra gli operatori.
Starlink, che di recente attraverso Space X ha definito un accordo di commercializzazione dei propri servizi con Telespazio, resta molto concentrata sulle prospettive del mercato italiano delle telecomunicazioni via satellite. La nuova regolamentazione italiana sulla space economy, che il governo intende adottare dopo anni di vuoto normativo, potrebbe rappresentare un contesto utile agli investimenti di privati come la società americana. Una norma del disegno di legge approvato giovedì in consiglio dei ministri interviene proprio sul tema delle possibili interferenze. Si tratta dell’articolo 26 della bozza, dedicato a «Iniziative per l’uso efficiente dello spettro per comunicazioni via satellite». In particolare, viene previsto che il Fondo per l’economia dello spazio dovrà, tra le altre cose, promuovere iniziative «per l’uso avanzato dello spettro finalizzate, in attesa della pubblicazione di normative tecniche emesse dagli organismi internazionali a ciò preposti, all’adozione di modelli tecnici di coesistenza per la riduzione degli effetti di interferenza tra sistemi spaziali e sistemi terrestri».
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