IMPRESE E TERRITORI

Il Sole 24 Ore

30/03/2025

Il Sole 24 Ore

Lollobrigida: «Agricoltura bio parte integrante del made in Italy»

Il Forum InLife. Per il ministro i prodotti devono trovare «giusta collocazione e remunerazione». Iacovoni (Masaf): «Italia leader per superfici bio in Europa, in testa Toscana, Marche, Emilia Romagna e Calabria»

Non una nicchia né una semplice alternativa ma una necessità. L’agricoltura biologica in Italia deve compiere un salto di qualità e diventare davvero protagonista dei consumi degli italiani. Soprattutto in futuro sarà una delle leve sulle quali concentrare le strategie per la transizione ecologica e ridurre l’impatto ambientale delle produzioni. Ma in questa ottica dovrà aumentare produzione e offerta e garantire così al mercato prezzi più contenuti e alla portata di un vasto pubblico di consumatori. È quanto è emerso ieri ad Ascoli Piceno nel corso della terza giornata di InLife il Forum internazionale della qualità della vita organizzato dalla Regione Marche con la regìa del coordinatore scientifico del Forum e accademico dei Georgofili, David Mariani.

«Il punto di partenza – ha spiegato il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida – è che non esiste una sostenibilità ambientale e una economica. Ma esiste un’unica sostenibilità perché le due dimensioni non possono che andare di pari passo. L’agricoltura bio italiana deve crescere e garantire un giusto prezzo al mercato e un giusto reddito agli agricoltori. La produzione biologica è parte integrante della qualità del made in Italy agroalimentare e lavoreremo sempre più perché anche nella grande distribuzione tutti i prodotti di qualità made in Italy possano trovare la giusta collocazione e remunerazione».

Un discorso a parte va poi fatto sul fronte dei mercati internazionali. «Il biologico soffre ancora più dell’agricoltura convenzionale – ha aggiunto Lollobrigida - la concorrenza sleale di prodotti bio realizzati altrove con standard ambientali e di rispetto delle regole sule condizioni di lavoro, molto meno stringenti di quelli Europei. Dobbiamo lavorare per ridurre questo divario».

Altro divario da ridurre è poi quello tra l’entità delle superfici biologiche in Italia (che sfiorano il 20% delle superfici totali con punte anche superiori in alcune regioni contro una media europea dell’11%) e l’esiguità dei consumi di prodotti bio che nella grande distribuzione italiana non supera il 3,5%. «L’Italia è leader per superfici bio in Europa e in prima fila ci sono Toscana, Marche, Emilia Romagna e Calabria – ha sottolineato il direttore generale per la qualità agroalimentare del Masaf, Eleonora Iacovoni -. Il fatturato del settore è ammontato a 3,8 miliardi di euro (+0,2% contro il -1,1% dell’agroalimentare nel complesso). Abbiamo assistito a importanti incrementi delle vendite per cereali, olio d’oliva e vino biologici mentre c’è stato un calo per carni e salumi. In generale i prezzi sono stabili anche se si è assistito a un vero e proprio boom per riso Arborio (+31%), latte fresco (+15,9%) e olio d’oliva biologici (+14,7%). A preoccupare è poi l’aumento dell’import (+37,8%) in particolare di ortaggi e legumi cereali dalla Turchia e di olio d’oliva bio dalla Tunisia».

Al ministero dell’Agricoltura sono diversi i progetti a favore dell’agricoltura green. «A parte i bandi per le mense scolastiche bio – ha aggiunto la Iacovoni – che riguardano ormai 50mila studenti nel Paese l’altra importante iniziativa è il concorso per la proposta di un marchio per il biologico che abbiamo indetto non tra società di comunicazione ma tra consumatori e cittadini. Il vincitore è stato scelto da una commissione del ministero tra più di 400 le proposte grafiche presentate e una volta concluse le procedure per la registrazione del marchio sarà avviata una importante campagna promozionale per farlo conoscere ai consumatori».

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Giorgio dell’Orefice



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