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Il Sole 24 Ore
03/05/2025Il Sole 24 Ore
Batterie al manganese, per la trentina Ges prototipo entro l’anno
Ges (Green Energy Storage) si prepara a presentare il suo prototipo di batteria al manganese entro la fine dell’anno. La start up fondata a Trento nel 2015 ha ideato e brevettato un sistema di accumulo basato su una piattaforma ibrida costituita da idrogeno e da un elettrolita liquido al manganese: la batteria autoproduce l’idrogeno necessario per un circuito chiuso di carica e scarica. Un progetto che integra sensori avanzati, combinati con algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning, per una gestione e manutenzione più efficiente.
«Un anno fa abbiamo fatto la divulgazione sulla chimica fondamentale che è il manganese, ora è il momento dello scale up. Abbiamo visto che funziona su scala di laboratorio: deve diventare più grande e in quest’anno abbiamo lavorato sul passaggio dal mondo della ricerca all’ingegneria. A fine 2025 presenteremo il nostro primo dimostratore da 1 kW: sarà l’attestazione al mondo che la nostra tecnologia esiste, funziona, è una valida alternativa a quelle esistenti», racconta il ceo di Ges Matteo Mazzotta.
Si tratta di un momento cruciale del percorso della start up, che viene accompagnato da protezioni: «Da qui a al terzo trimestre dell’anno depositeremo altri due brevetti per un totale di sette, più le tutele industriali collaterali. Sono tutti sulla stessa tecnologia, coperta nelle sue derivazioni. Si tratta di brevetti internazionali perché i mercati di uscita saranno internazionali», spiega Mazzotta: «L’obiettivo è arrivare al Trl 6 alla fine del 2026». Il riferimento è a un avanzamento nella scala di Technology Readiness Level (Trl) che prevede la dimostrazione della tecnologia in ambito industriale.
Nello scenario globale di guerra commerciale disegnato dai dazi annunciati dall’amministrazione Usa, la struttura delle filiere produttive diventa ancora più importante. Le batterie al litio, che oggi dominano il mercato dei sistemi di accumulo, dipendono dalle terre rare: «Gli ultimi eventi accendono una luce sulle opportunità di nuove tecnologie come la nostra. La materia prima, il manganese, è molto disponibile, è il dodicesimo elemento più diffuso su crosta terrestre, ha produzione in Italia e in Europa. Il resto delle componenti ha una filiera italiana ed europea che ci mette in una situazione di vantaggio in mondo post globalizzazione», osserva il ceo.
Il 2025 è un anno cruciale per lo sviluppo dello storage legato alle rinnovabili, cioè della capacità di immagazzinare una forma di energia intermittente, perché partirà il Macse: il mercato a termine degli stoccaggi è uno strumento di Terna che ha proprio l’obiettivo di rafforzare l’infrastruttura di accumulo. «Al momento non parteciperemo alle aste, anche perché è partita una fase di certificazione che non si concluderà nei tempi necessari. Però quello sarà un mercato a cui guarderemo. Oltre alle batterie a litio e ai pompaggi idroelettrici, sulla carta c’è neutralità tecnologica, a patto di rispettare i requisiti minimi, che noi assolutamente abbiamo», conclude Mazzotta.
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